23 novembre 2005

Scritti Titanici di Novembre



Il portachiavi

All'improvviso, l'inverno sulla faccia,
mentre cado nella luce, uscendo dal buio,
con alle spalle, lombrichi di elettricità e acciaio.

Cerco d'istinto, rifugio nelle capienti tasche,
ma il gelo delle chiavi, mi urla brividi alle spalle,
la mano si ritrae, come punta dal dente di una serpe.

Infreddolite le mie dita,ora sono un fuggiasco,
in fuga nella medina, della mia tasca in subbuglio,
improvviso il tepore di un monile, come un bacio ..... un tuo bacio.

22 novembre 2005

La ricetta di Novembre



Bucatini alla gricia

400 g di pasta (bucatini)
150 g di guanciale stagionato
60 g di pecorino Romano stagionato grattugiato
2 cucchiaini di pepe nero macinato fresco

Mentre si fa cuocere la pasta in abbondante acqua salata, in una padella di ferro si fa rosolare il guanciale fino a che diventa croccante. Quando la pasta è cotta, si scola e si salta nella padella aggiungendo il pepe e una parte del pecorino, all'occorrenza si aggiunge un poco di acqua della pasta. Si divide il tutto in quattro scodelle ben calde. Si aggiunge il rimanente pecorino e si gusta ben caldo

21 novembre 2005

La Poesia di Novembre



Alicante

Une orange sur la table
ta robe sur le tapis
et toi dans mon lit.

Doux present du present
frecheur de la nuit
chaleur de ma vie


( J. Prevert )

17 novembre 2005

Qualcosa di buono ...

... veramente difficile riuscire a trovare qualcosa di buono oggi, giornata in cui avevo appuntamento con la dietologa, per iniziare questa sorta di "quaresima clinica", eppure anche in giornate come questa, guardando bene attorno a noi, piccoli segnali, avvisaglie di qualcosa di più grande o forse banali coincidenze, stà di fatto che quella che a primo avviso sembrava una giornata destinata alla tetraggine ed al dolore per la "chiusura" del mio normale "modus operandi" a tavola, mi ha riservato una piccola "chicca" come piccolo fiore che sboccia trapassando la spessa coltre d'asfalto di una strada, che sembra sia stato messo lì bell'apposta a richiamare il tuo sguardo per farti fermare un momento, per ricordarti che la primavera è eterna (effetto serra permettendo!) per darti il tempo di pensare, ricordandoti che in un mondo che si muove sempre più in fretta e sempre più senza una meta, ogni tanto qualcosa spezza il ritmo di questo infinito "rave party" .... un po' logorroico né?!?

Passiamo ai fatti ... avevo concluso l'atto principale della tragedia dell'avvio del mio nuovo regime alimentare, e da buon utente del servizio sanitario nazionale mi sono perso dei meandri fisici e burocratici dell'amministrazione sanitaria, dopo aver incontrato nell'ordine: il minotauro, il brucaliffo (che non è la versione viscida di Califano!), uno stormo di turisti giapponesi al folle inseguimento di una povera vecchina con un ombrellino che cercava di sfuggirli epitetandoli in milanese stretto, un venditore di organi e tre infermieri canterini; sono infine approdato al recondito anfratto che ospitava, quasi fosse una perla nera, la cassa del pagamento ticket!!!

Lì una ressa in puro stile dantesco, pareva ricordare chissà quale contrappasso di vite precedenti, ed in mezzo a tale bolgia l'esile palo porta numerini sembrava un faro spento in mezzo ai marosi ..... dopo parecchie e poderose bracciate sono approdato al faro riuscendo a strappare il talloncino n° 28 ...... ancora ebbro del successo per la conquista del numerino, mi volto di colpo e vedo l'enorme display rosso, che mi fissa e con un improvviso singulto elettrico e mi sputa sulla retina in attesa un tragico "98" .... così .... come se un invisibile pugile mi avesse tolto il fiato con un montante alla bocca dello stomaco .... mi rendo conto che ho "30" persone che mi separano dalla libertà da queste mura anni '70, generate dal folle incubo di qualche "geometra di stato" .... mi sembra di annegare in mezzo alla informe ressa ... allora mi porto faticosamente contro una parete grigia, ed estratto il salvagente di un libro (fareneith 451) .... salgo su questa improvvisata zattera .... estraniandomi così .... per quanto possibile .... dal nulla dell'attesa.

Sfoglio le pagine .... scorrono lentamente ..... le parole di Bradbury ...... sull'avventura del vigile del fuoco Montag ..... ogni tanto alzo lo sguardo e mi guardo in giro ... ogni tanto mi sposto un poco per far passare più agevolmente qualche signora col cappotto ed il collo di pelliccia ... che si portano in giro a fatica con al braccio una borsetta che sembra sempre la stessa ...... e poi di colpo ..... improvviso ..... il piccolo miracolo ..... il piccolo fiore che buca l'asfalto .... un signore ..... dallo sguardo tranquillo .... a prima vista direi intorno alla settantina .... probabilmente originario dell'altra sponda del mediterraneo .... viene chiamato allo sportello .... parla ..... mostra ricette e documenti .... paga .... e si allontana .... con una sorta di dolcezza e semplicità nei modi e nello sguardo ..... era il numero "19" (che brutta cosa dare dei numeri ad una persona, preferisco che siano le persone a dare i numeri .... se non altro è più divertente!) ..... mi si para davanti .... mi sorride ..... e senza dire una parola .... ma con un semplice sorriso ..... mi offre un talloncino ...... è il n° 22 ..... io gli sorrido .... lo ringrazio .... lui non dice una parola ...... mi sorride con gli occhi e con le labbra .... mi fa un cenno di saluto ..... si mette una coppola in testa ..... e si allontana gentilmente com'era venuto .... lungo la scala .... che porta all'uscita.

.... poco dopo viene chiamato il n° 22 ...... io un po' timidamente avanvo ... con questa inaspettata piccola fortuna .... e terminate le incombenze allo sportello faccio per andarmene ..... mi guardo attorno .... vorrei ricambiare la cortesia con qualche altra persona in attesa ..... ma vedo solo volti duri e chiusi su se stessi ..... faccio un tentativo ... ma vengo ricacciato da uno sguardo chiuso e diffidente ..... allora faccio "spallucce" .... quasi fossi uno "Charlot" e scavalcate a piccoli passi le scale .... esco dall'edificio ..... e mi accorgo .... che ilcielo è un po' più azzuro di quando lo avevo lasciato ad aspettarmi fuori.