08 febbraio 2006

La Poesia di Febbraio



E se non puoi la vita che desideri

E se non puoi la vita che desideri,
cerca almeno questo, per quanto sta in te.

Non sciuparla nel troppo commercio,
con la gente con troppe parole,
in un viavai frenetico.

Non sciuparla portandola in giro,
in balìa del quotidiano gioco balordo,
degli incontri e degli inviti,

.... fino a farne una stucchevole estranea.

( Costantinos Kavafis )

La Ricetta di Febbraio












Struffoli

Ingredienti:
3 uova
50 gr.zucchero
un bicchierino di anice
una bustina di vaniglia
buccia di limone grattugiata
500 gr. di farina
un pizzico di sale
250 gr. di miele
un pizzico di lievito in polvere
canditi


Preparazione:
Formare con la farina una fontana, mettere tre uova intere, 50 gr. di burro, 50 g. di zucchero, un bicchierino di anice, una bustina di zucchero vanigliato, una buccia di limone (o arancia) grattugiata, un pò di sale, un pizzico di lievito in polvere. Lavorare fin quando l'impasto si stacca dalle mani.

Formare dei bastoncini tubolari e tagliarli a pezzetti piccoli, friggerli in olio bollente, alzarli e metterli in una colapasta con carta assorbente.

Quando tutti i pezzetti sono stati fritti, prendere una teglia e mettere 250 gr. di miele, farlo sciogliere un pò a fuoco lento, aggiungere poi gli struffoli. Girare per una decina di minuti.

Toglierli dalla teglia e caldi disporli in un piatto. Abbellirli con cedro, frutta candita, diavolini, confetti bianchi ed argentati.

Scritti Titanici di Febbraio


In macchina

Sorge l'indefinibile arancia,
dentro un canneto di pioppi,
inchiodando il freddo tempo,
a nere ossa di titaniche foglie,
che al pari di rare farfalle trafitte,
tra fogli di gelo e nebbia, stanno.

Il Tango di Febbraio

















Por una cabeza

Por una cabeza
de un noble potrillo
que justo en la raya
afloja al llegar,
y que al regresar
parece decir:
No olvidés, hermano,
vos sabés, no hay que jugar.
Por una cabeza,
metejón de un día
de a quella coqueta
y burlona mujer,
que al jurar sonriendo
el amor que está mintiendo,
quema en una hoguera
todo mi querer.

Por una cabeza,
todas las locuras.
Su boca que besa,
borra la tristeza,
calma la amargura.

Por una cabeza,
si ella me olvida
qué importa perderme
mil veces la vida,
para qué vivir.

Cuántos desengaños,
por una cabeza.
Yo jugué mil veces,
no vuelvo a insistir.

Pero si un mirar
me hiere al pasar,
sus labios de fuego
otra vez quiero besar.

Basta de carreras,
se acabó la timba.
¡Un final reñido
ya no vuelvo a ver!

Pero si algún pingo
llega a ser fija el domingo,
yo me juego entero.

¡Qué le voy a hacer..!